Storiella tratta dal libro “COSI’ E’… SE TI PIACE” di Luigi Pisti e Giuseppe La Greca
Memorabile fu la partita giocata a casa dell’industriale Frasetti, un signore sui quarantacinque dai modi e dal portamento sempre garbati, un vero gentleman. Quella sera ospitò nella sua villa sull’Appia Antica i soliti tre della compagnia; er sor Ventrelli, un grosso, e non solo de stazza, commerciante de pellami, l’ingegner Ajello, costruttore de palazzi e proprietario de vari terreni e infine Pietro, titolare de ‘n’azienda tessile. Se conoscevano da parecchio tempo ed era diventata ‘na consuetudine incontrasse sotto le feste natalizie pe rinverdì la passione der poker, che praticavano nel quartiere fin da giovincelli. Giunsero alla villa intorno alle dieci e mezza, ognuno con la propria bella macchina, Pietro arrivò con la sua magnifica Harley Davidson nuova di zecca. Frasetti li accolse affettuosamente e così fecero tra loro pure l’altri; se fermarono pe un pò a chiacchierà, a raccontasse li recenti fattarelli, come fanno li vecchi amici che nun se vedono tutti i giorni e poi s’avviarono giù nella grande sala der divertimento. Seduti ar tavolo verde stabilirono le regole e alle undici in punto er Ventrelli scartò un mazzo de carte immacolato e cominciò er primo giro. Tutti avevano preso la posta in cambio de li gettoni in avorio. Ar termine della partita mancavano esattamente cinque ore. A mezzanotte Pietro fu costretto a prende la seconda posta mentre er Ventrelli era già alla terza, compresa quella iniziale. La fortuna pendeva dalla parte der padrone de casa che tra giocate scaltre e bleff ben mascherati, s’era fatto davanti a se un ber montarozzo de fiches. Ajello se difendeva egregiamente. Alle due de notte ‘na breve pausa tenne appesa la grande sfida che se stava disputando sur tavolo verde a suon de mijaia d’euro, con alti e bassi un po’ pe tutti, tant’è che a Pietro e Ventrelli j’era sceso notevolmente er buffo, mentre per Ajello la partita s’era messa proprio male. Se spostarono in cucina e Frasetti pose sur fornello la Bialetti da sei, già caricata dalla moje. In attesa er Ventrelli se precipitò ar bagno pe liberasse della vescica piena e de ‘n sicuro disagio che lo avrebbe colto ritornando ar tavolo, ma trovò la porta sbarrata. L’altri lo videro passà de corsa verso l’uscita e al ritorno je domandarono perché s’era scapicollato fori ar freddo pungente. “Er bagno era occupato!” rispose er Ventrelli co stupore pe scolpasse della strana coincidenza a quell’ora de notte. “Probabilmente l’ha usato la domestica, che c’ha la camera da letto de fronte”. Farfugliò er padron de casa, senza daje alcuna importanza ar fatto. La moka, intanto, ce stava a mette più der solito a fa uscì la sospirata bevanda quando d’improvviso la caffettiera se mise a fischià, sempre più forte fino a che esplose, schizzando er caffè da tutte le parti e sporcando ogni cosa, comprese le loro facce incredule, messe attorno ai fornelli. La presero tutti bene l’inaspettata imbrattata, sganasciandosi de risate mentre se ripulivano li musi co le salviette. Alla fine niente caffè, solo ‘n goccio de whisky. Alle tre e quarantacinque Ajello puntò da cartaro le sue cento euro sur tavolo dando iniziò l’ultima mano. Cominciò er giro delle cinque carte dar Ventrelli, er primo alla sua sinistra, poi appresso a Frasetti e subito, in ordine de posto, er Ventrelli puntò l’invito ar buio cor raddoppio della puntata e poi a seguì Frasetti cor contro buio, che valeva il raddoppio da quattrocento euro. Ajello finì de dà le carte a Pietro che in quella occasione, stranamente, non invitò ar triplo raddoppio dell’over e infine Ajello le diede a se stesso. Toccava a Pietro aderì o no all’invito dei buianti; spizzicò le sue carte molto lentamente, aggiunse le quattrocento euro pareggiando er conto e rilanciò de altre mille. Ajello sfilò l’ultima carta con una prolungata ed estenuante flemma e richiudendole su se stesse pronunciò deciso il rilancio de duemila euro. Er Ventrelli accettò la giocata senza pensacce troppo. Frasetti pareggiò er rilancio dell’ingegnere e aggiunse cinquemila euro pe vedè le sue carte. Adesso toccava ancora a Pietro che prese tempo, un diritto che richiede er giocatore ancora dubbioso sur da farsi. Trascorso er canonico minuto se convinse de tentà er rischio e seguì l’invito dichiarando er classico: “Vedo”. Ajello, spaventato dai continui rilanci, rinunciò definitamente. Alla fine mancava solo er Ventrelli pe completà er giro. Accettò la proposta pose le sue cinquemila euro e cambiò ‘na carta. Frasetti se dichiarò servito. Pietro scartò due carte e senza manco guardà quelle avute passò la parola ar servito. Er Ventrelli nun ce pensò affatto a dà la parola a Frasetti, sfilò la carta ignota e d’amblèe puntò diecimila euro. Nun l’avesse mai fatto! L’industriale girò lo sguardo alla sua destra sdegnato dall’affronto der venditore de pellame e co ‘na smorfia lo sfidò accettando er rilancio. Toccava ancora a Pietro, che aveva poggiato le carte chiuse davanti a se, guardò l’avversari muovendo solo l’occhi, prima a destra e poi a sinistra emettendo un breve sospiro, come se avesse la certezza de portasse a casa tutto er cucuzzaro. Fece scivolà verso er centro der tavolo le diecimila der rilancio e immediatamente colle mani spinse tutte le fiches che c’aveva davanti, con imperturbabile freddezza. “So altre ventimila pe venì a vedè”. Era l’ultima mano, l’ultima occasione pe diventà er re assoluto della memorabile partita, da raccontà nell’annali a tutti l’amici, che nun erano pochi. Er Ventrelli dentro se faceva sto ragionamento e nun accettava che fosse Pietro a bruciarlo co quelle due misere carte che aveva cambiato e probabilmente ce stava pure che potesse bleffà. Giocava nervosamente co li gettoni tra le mani facendoli cascà uno a uno sur tavolo in modo ossessivo. Mancava però Frasetti che cor suo servito doveva ancora pronuncià l’ultima parola o rinuncià definitivamente. Er dubbio lo divorava. Alla fine er Ventrelli partecipò all’ultimo botto e aggiunse ar piatto le ventimila euro. Frasetti se sentiva forte, molto forte perché era convinto d’avè er punto superiore ar Ventrelli ed era quasi certo che Pietro stesse a bleffà. Da giocatore equilibrato s’era lasciato pe sé un barlume de incertezza e pensò bene de nun rilancià ancora, contentandose de vince l’imponente numero de fiches che s’erano sparse pe tutto er tavolo. “Ecco le ventimila mia”. Siamo alla resa dei conti, la tensione era netta negli sguardi dei tre finalisti. Tutti aspettavano che Pietro girasse le sue carte dichiarando er punto e lui le girò una alla volta; una Donna de quadri, una Donna de fiori, una Donna de picche e più lentamente con una suspense agghiacciante mostrò la Donna de cuori, lasciando l’altri due coll’occhi sgranati a leccasse le ferite. Er Ventrelli con ‘n full d’assi e Frasetti cor colore de fiori. Pe la cronaca Ajello c’aveva solo ‘na scala ar jack de cuori. Alla fine fu Pietro il re della memorabile partita, s’acchiappò tutto er cucuzzaro ma incassò solo er dieci percento della vincita, come già stabilito dar regolamento. Fine